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Taormina ha scelto l’ultrafiltrazione

21 luglio 2016
In sole tre settimane è stato possibile predisporre un sistema MBR in grado di garantire la qualità dell'acqua anche a fronte dei picchi turistici.Lo scorso anno lo specchio di mare di Taormina è stato messo a rischio da un problema al sistema di depurazione.
La situazione in cui versa la cittadina è complicata, con soli 11mila abitanti durante l’inverno e folle di turisti nella stagione estiva. Una massa di persone che mette a dura prova le infrastrutture pubbliche, tra cui il depuratore che raccoglie gli scarichi nella zona nord di tutta la fascia costiera e che gestisce fino a 6mila metri cubi di liquami al giorno.
La soluzione è stata trovate nell’abbinare una linea tradizionale biologica con un sistema basato sulle membrane di ultrafiltrazione MBR. In questo modo, in condizioni di carico limitato, la depurazione è gestita in modo tradizionale. Al contrario, in corrispondenza dell'afflusso turistico, vengono attivati i sistemi MBR.

La scelta è stata vincente ma le membrane con il tempo sono soggette a deterioramento e all'inizio dell'estate del 2015 è stata rilevata una riduzione del 25% nella capacità di trattamento dei reflui. Una situazione che, all'approssimarsi del picco di presenze stagionali, avrebbe portato l'impianto al collasso. Da qua la necessità di trovare sul mercato una soluzione definitiva con membrane di filtrazione davvero innovative. Una sfida per i tempi stretti e la localizzazione del depuratore, difficilmente raggiungibile dai mezzi. Tra le offerte, quella di Xylem Water Solutions.

Il 10 luglio si è firmato il contratto e i tecnici di Xylem, su una serie di indicazioni in merito alle dimensioni fisiche delle vasche ed alla qualità dei reflui in arrivo al depuratore, hanno iniziato la progettazione e di dimensionamento dei singoli moduli di ultrafiltrazione.
Gli specialisti del settore hanno progettato e pianificato l'istallazione di sei rack in acciaio e titanio, per un totale di 96 moduli di membrane Zeeweed 500S, firmate GE. Queste membrane di ultrafiltrazione a fibra cava, caratterizzate da un'elevata resistenza alla trazione, possiedono un'elevata porosità, grazie alla quale trattengono tutti i corpi di dimensioni maggiore a 0,035 micrometri. Una caratteristica che consente di trattare elevati carichi idraulici, pur garantendo sempre elevata capacità di rimozione della carica batterica.
I singoli rack, realizzati su misura, una volta completati, sono stati caricati su speciali camion refrigerati e trasportati sin dall'inizio della strada che conduce al depuratore di Taormina. Da qui, lavorando nelle ore notturne per evitare di esporre le infrastrutture alle elevate temperature estive della Sicilia, i rack stessi sono stati portati ed installati all'interno delle singole vasche di depurazione.

Pronte per il collaudo
Solo pochi tecnici possiedono le competenze necessarie per equilibrare le esigenze di depurazione e di risparmio energetico. Questo perché la gestione di flussi di controlavaggio, così come il corretto dimensionamento e la quantificazione delle bolle d'aria generate dai diffusori posizionati sul fondo delle vasche di trattamento, non possono essere definiti da tabelle standard. Un compito reso ancor più gravoso dal fatto che nel periodo estivo il carico cui è soggetto l’impianto è di grande entità rispetto l’inverno.
Da qui la scelta di utilizzare, nei periodi di basso afflusso, il solo impianto biologico, attivando il sistema di ultrafiltrazione a fronte dei picchi previsti.
I tecnici specializzati di Xylem, non appena posizionate le membrane, si sono messi al lavoro per implementare e ottimizzare sul campo di software che, in parallelo alla realizzazione delle strutture fisiche, era già stato predisposto nei laboratori della multinazionale.Si tratta, però, di valori teorici. Per tale ragione sono stati predisposti una serie di sensori che, a fronte di un aumento dei consumi energetici, indice del fatto che le membrane non stanno operando perfettamente, attiva in automatico alcune funzioni di pulizia e, contemporaneamente, allerta il personale della necessità di specifici interventi manuali. Proprio il personale, che nei periodi di maggior lavoro presidia costantemente l'impianto, è stato addestrato dai tecnici di Xylem ad operare in autonomia, consentendo al Consorzio di gestire al meglio il proprio impianto, pur potendo contare sul supporto diretto del personale specializzato presente anche in Sicilia.

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